Dino Chiocchi

35 anni di esposizioni, tra personali e collettive in diverse località italiane e presso prestigiose gallerie nazionali, culminati nella mostra NERO COLORATO in occasione del ’70 anno di età.

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1975 / 2010 - Personali e Collettive

1975 - Roma

Bunrckardt Accademie

 

La pittura di Dino Chiocchi si giova d’un cromatismo iridescente. Poliedrico nella tematica Chiocchi non pone limiti alla sua inventiva e tratta la figura e il paesaggio con dovizia interpretativa. Egli ama le tinte nitide e descrive la luce di un volto come quella di un sapiente taglio paesistico. Ne vien fuori una gamma di cromi che danno una sensazione di piacevolezza insita; suadenze ritmiche di colore alternano queste trasfigurazioni della natura e si vestono di sagaci mezze tinte e di poetiche velature. La scelta del tema impone differente impiego di tavolozza, talché notiamo velature (quasi spolvero poetico) atte a descrivere tramonti o incipienti albe in una gamma di colore che giammai stride, ma che si fonde in impasti ben resi. Non così per le accennate figure che talvolta presentano inserti cromatici di peculiare audacia. Una pittura fluida, gustosa e varia, che mostra come Dino Chiocchi abbia saputo far tesoro di insegnamenti e di oculata ricerca.

 

AURELIO TOMMASO PRETE

1975 - Roma

Cedim Art

1976 - Ronciglione

Gellerla Farnesiana

1976 - Pomezia

Pro-Loco

1978 - Latina

Centro Arte Oggi

 

Un discorso valido e sentito è quello di Dino Chiocchi.
La figura, il paesaggio, la natura, vengono trattati con abile maestria dovuta ad anni di studi e ricerche.
La grafica costituisce una solida base per la costruzione di questo artista, il quale, immergendosi con caparbia passione in ricerche approfondite, riesce a traferire sulla tela le sensazioni, le emozioni, le vibrazioni che lo colpiscono aprendo con l’osservatore un valido discorso sull’arte contemporanea.
Chiocchi, con le mezze tinte e una sapiente poetica velatura ci da l’esatto equilibrio cromatico compendiato da un dosaggio di colori di notevole ed interessante fattura.

 

da “Les Artistes Europèens” LICI

1979 - Venezia

Galleria “Il Riccio 2”

1982 - Foligno

Galleria “Il Diametro” (Grafica)

1986 - Perugia

Palazzo dei Priori

 

Concretezza e astrazione, colore che disegna, misurato incedere di spazi e un intenso, eppure parco dosaggio di elementi configurano l’opera pittorica di Dino Chiocchi, rappresentata da paesaggi prevalentemente umbri e dalla figura umana fermata in attimi di sospensione incantata al di la del pensiero. Si tratta di una pittura sapiente, che trae origine da una consumata convivenza con il mondo della grafica da cui ha attinto la lindura dell’impasto cromatico, la essenzialità del segno e una intelligenza di appalto che non lascia spazio al casuale e al superfluo. La natura si spezza, si polimerizza, la forma si scompone in frammenti dinamici, si moltiplicano i punti di vista, si sovrappongono immagini di cui restano decifrabili lembi aereggianti vapori decomposti in una ridda di colori orizzontali, legati da uno sicuro senso armonico e tonale. Quà e là sfumati toni caldi, squarciati da fasci di luce danno all’opera il fascino di visioni proiettate al di là dell’atmosfera. I soggetti e i temi di questa pittura sono tesi a rispecchiare una sensibilità intensa e una commossa partecipazione alla natura e agli affetti umani.

 

CARLA PONTI BIANCHI

1991 - Ascoli Piceno

Nuoveproposte

 

Una pittura con un ampio spettro cromatico e una tematica aperta che dal paesaggio alla figura, ci permette di valutare l’esigenza di questo pittore che ama a volte soffermarsi sul particolare, altre invece spinge lo sguardo in lontananza, verso cieli e distese aperte. Lo stesso gusto di una stesura trasparente rivela la volontà di Chiocchi di effettuare più una traduzione di impressioni momentanee che riprodurre qualcosa di statico, immutabile nel tempo. Dell’umbria a conservato il sapore di certi verdi del paesaggio, certe trasparenze di freschezza ed una malinconica poesia che traspare da tutta la sua opera.

 

TONI BONAVITA

1992 - Roma

Galleria I.N.A.I.L. (Grafica)

 

Pesaggi e figure partecipano dello stesso gaudio e di una stessa ebrezza nascenti da punti d’incontro, dalle scelte, da quelle piccole operazioni di colore, dagli orizzonti, dagli umori riversati sulla tela, improvvisi e goduti, in uno spazio senza equivoci.
Le stesure s’estendno, palpitano di accensioni e smorsature, si dilatano in vibrazioni. C’è vivacità ma anche estro. Inoltre l’ambiente in cui vivono le figure riesce a definirle nella loro iconografia.

 

GIULIO GASPAROTTI

2008 - Milano

Concorso Enel

2010 - Pomezia

Museo Archeologico Lavinium

12-20 giugno 2010

Da una pittura in cui le forme figurative si fondono con lo spazio che le circonda e le avvolge, collocate in un momento del tempo definito, ma inafferrabile, si passa, in queste opere della maturità, al completo superamento delle dimensioni spazio-temporali. La pittura si fa energia, di cui il colore, trasparente, fluttuante, in perpetuo movimento, diventa l’espressione più autentica. Le geometrie monocromatiche in primo piano sono strutture rigorose che sembrano voler imbrigliare la potenza della incessante attività che si muove fluida sulla tela.

 

N.V.